La
mattina del primo maggio 2012 è assolata e calda. Il mare antistante lo
stabilimento Fiat di Termini Imerese è calmo e piatto e preannuncia l’estate
incipiente. Davanti i cancelli della fabbrica si sono radunati una sessantina
di persone fra operai, amministratori, sindacalisti e qualche operatore
delle tv locali. Il primo a prendere la parola è il sindaco di Termini Imerese,
Salvatore Burrafato, che tutti chiamano Totò, il quale, con voce solenne e
affrettata, dà il via alla cerimonia per trasformare la denominazione del viale
antistante lo stabilimento da via Senatore Giovanni Agnelli a via Primo Maggio.
Festa dei lavoratori.
L'anno
2012, giorno uno del mese di maggio, alle ore 9 e 30, davanti ai cancelli dello
stabilimento Fiat di Termini Imerese, convocata con appositi avvisi, la giunta
comunale si è riunita con alla presenza: di chi vi parla, Campagna Angelo
assessore, Sodaro Salvatore assessore, Amoroso Anna assessore, Volante Giuseppe
assessore; del signor Presidente del Consiglio comunale Stefano Vitale, per
l'intesa di rito sull'iniziativa da adottare. Il sindaco ha constatato che gli
intervenuti sono in numero legale, dichiara aperta la riunione e invita gli
intervenuti a deliberare sull'oggetto in questione. Premesso che
l'amministrazione comunale ha maturato l'intendimento: dopo l'approvazione di
una specifica risoluzione consiliare, che ha fornito tale indirizzo; dopo le
sollecitazioni in tal senso intervenute da parte di Fim, Fiom e Uilm; dopo
avere rilevato il largo sentire che la cittadinanza ha a tal proposito
espresso, di dedicare una specifica via in onore del primo maggio, festa dei
lavoratori e di tutte le battaglie che in questi anni sono state fatte per il
lavoro e per i diritti dei lavoratori. Visto che, in virtù di quanto sopra,
l'amministrazione comunale ritiene di dover rinominare la via Senatore Giovanni
Agnelli, denominazione attribuita soltanto qualche orsono quale giusto tributo
al patron della Fiat, dopo una lunga ed estenuante battaglia del 2002 che aveva
scongiurato la chiusura dello stabilimento siciliano, considerato che quel
giusto riconoscimento dell'intitolazione del viale antistante lo stabilimento
industriale Fiat di Termini Imerese, a riprova di un ritrovato legame tra il territorio
e il lingotto, è stato tradito dalla scelta ingenerosa dell'attuale
amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne che, sull'altare del
profitto economico, ha unilateralmente cessato la produzione di auto dal 31
dicembre 2011.
Il viale in questione
era stato dedicato alla memoria del Senatore Giovanni Agnelli solo dopo il
2002, a seguito cioè di una vertenza che scongiurò il pericolo di una chiusura
dello stabilimento. Allora, il comune, gli abitanti di Termini Imerese e i
lavoratori dello stabilimento vollero sottolineare l’apprezzamento per quella
mancata chiusura, per la volontà da parte dei dirigenti Fiat di continuare ad
investire e produrre nello stabilimento siciliano. A distanza di 10 anni da
quella data, i lavoratori, gli abitanti e gli amministratori locali si ritrovano
nello stesso luogo a praticare i medesimi gesti, che tuttavia assumono un
significato esattamente opposto. La nuova intitolazione del viale, infatti, è
volta alla cancellazione simbolica della memoria, o almeno del legame, che ha
legato il territorio termitano alla casa automobilistica torinese per
quarantuno anni. Tuttavia l’intervento del sindaco Burrafato è interessante
anche per un altro motivo: perché in esso è sintetizzata la visione che gli
abitanti locali hanno della dirigenza Fiat sia passata sia presente. Gli
Agnelli da una parte, storica famiglia di imprenditori e fondatori del gruppo
automobilistico, che nell’immaginario locale si configurano come gli
imprenditori di vecchio stampo, legati alla propria nazionalità, fieri di
esportare la propria identità nazionale nel mondo e, soprattutto, capaci e
convinti industriali che da sempre hanno espresso la volontà di produrre nel
loro paese di origine. Dall’altro lato, l’attuale amministratore delegato del
gruppo, Sergio Marchionne, colui che ha tradito le sue origini e, contaminato
da un ambiente culturale americano, è diventato il manager
dell’internazionalizzazione, o meglio dell’americanizzazione dell’azienda.
Marchionne, sempre nell’immaginario locale, è l’uomo del profitto, colui che
per denaro è disposto anche a tranciare i rapporti e chiudere uno stabilimento
storico come quello di Termini Imerese.
Le intitolazioni e i
cambi di denominazione della strada su cui si affaccia lo stabilimento, in base
alle alterne vicende, sono il segno che, attraverso lo spazio, gli abitanti del
posto tendono simbolicamente ad allacciare o tagliare i rapporti con un centro
decisionale, economico e, in definitiva, di potere che si avverte, in ogni caso, lontano, distante e, soprattutto nella fase attuale, altero. Lo spazio e,
soprattutto, la configurazione di esso tramite il potere della parola
istituzionale è il luogo fisico e simbolico in cui una riunione comunitaria
istituisce connessioni e/o disconnessioni che coinvolgono i lavoratori e gli
abitanti locali all’interno di processi e dinamiche politiche, storiche e
sociali globali.
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